Globo Banca Popolare Del Frusinate Sora: Il match di Molfetta si è chiuso senza troppa gloria per la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora, che continua a marciare come un rullo compressore al PalaGlobo, ma stenta a mostrare analoghe meraviglie lontano da casa.
Da qualche tempo il bilancio dei match esterni non è proprio lusinghiero e questo si ripercuote sulla classifica, ancora buona, ma forse un po' al di sotto delle attese del club e degli stessi giocatori. Ne parliamo con Enrico Libraro, schiacciatore napoletano, da tre anni nelle fila del club volsco: un punto di riferimento prezioso, la cui dedizione e le cui capacità hanno contribuito in misura determinante a scrivere alcune tra le più belle pagine della storia del club.
«Sì, è un momento in cui non riusciamo a essere massimamente competitivi nelle gare esterne. A Molfetta non abbiamo giocato una brutta partita, ma certo avremmo dovuto e potuto fare un po' meglio, soprattutto dal punto di vista del risultato. Siamo stati bravi a rimontare nel primo set dopo un inizio davvero penalizzante e per certi versi demoralizzante. Lì è venuto fuori il carattere, che ci ha portato a superare l'ostacolo e a vincere il primo parziale. Purtroppo credo che la sfida si sia decisa al terzo set, che è filato via su un piano di sostanziale equilibrio. Sono stati bravi loro a prevalere e a quel punto l'inerzia del confronto si è spostata tutta dalla loro parte. Nel quarto set non siamo esistiti, perché abbiamo pagato il disagio di non aver vinto il parziale precedente. Peccato, perché prendere punti a Molfetta sarebbe stato molto importante nell'ottica della classifica, che secondo me è comunque ancora migliorabile, ed anche in modo sensibile».
Quale può essere realisticamente il vostro obiettivo per questa regular season in termini di piazzamento?
«Io non dispero di poter rimontare fino al quarto posto, perché la classifica è molto corta e offre questa teorica possibilità. Naturalmente per raggiungere questo obiettivo dovremo ricominciare a far risultato anche fuori casa, cosa che ultimamente non ci è riuscita, ma che sicuramente siamo in grado di fare».
Con Porro, vostro nuovo coach, c'è un buon feeling?
«Porro è nella nostra famiglia dall'inizio della stagione e perciò non ci sono problemi in questo senso. Siamo tutti uniti e protesi verso il miglior risultato possibile. Quale sarà dovrà dircelo il campo, ma le nostre potenzialità sono eccellenti e faremo di tutto per dimostrarlo in queste ultime otto gare per presentarci alla griglia dei play-off in una posizione che possa consentirci di essere protagonisti».
Poste queste premesse, la gara di domenica contro Reggio Emilia non vi consentirà alcuna distrazione?
«Siamo reduci da tre 3-0 consecutivi al "PalaGlobo" e abbiamo tutte le intenzioni di proseguire la serie. Reggio Emilia ha un organico che non può essere sottovalutato, ma noi non possiamo davvero permetterci di perdere ulteriore terreno in casa. Le nostre capacità di reazione sono sempre state consistenti e anche stavolta ci stiamo preparando per riscattare subito, ed in modo convincente, il passo falso di Molfetta».
Guardiamo un po' oltre il nostro orticello, che peraltro in questi giorni è innevato. Al vertice continua ad esserci equilibrio ma Perugia resta al primo posto. Ce la farà a resistere?
«Perugia è una buonissima squadra e sta facendo un campionato da incorniciare, ma sono ancora dell'avviso che Castellana possa superare gli umbri e portarsi in vetta prima che termini la regular season. Sarà molto importante lo scontro diretto. Quanto al Città di Castello, se è al completo può competere alla pari per il primato, ma l'infortunio di Visentin ne ha inevitabilmente condizionato il rendimento in queste ultime giornate. Credo sia una lotta a due e ribadisco che potrebbe farcela Castellana, che può sfruttare un roster completo e delle "seconde linee" che tali non sono».
E' un campionato all'insegna delle sorprese, nel cui contesto anche le squadre di bassa classifica spesso fanno risultato con quelle di prima fascia. Equilibrio o relativa concentrazione delle più forti?
«L'equilibrio c'è, ed è innegabile, perché tutti i club hanno compiuto degli sforzi per allestire squadre attrezzate. Questo non significa che non ci sia differenza, ma che le differenze non sono così marcate e possono essere destabilizzate dalla prestazione. Non si può mai scendere di concentrazione, perché gli avversari sono prontissimi ad approfittarne. La pallavolo è uno sport che vive di esaltazione e depressione, di momenti magici e di altri pieni di difficoltà. Gestire il bene e il male nel migliore dei modi può portarti a superare l'ostacolo».
Sei ormai un veterano del campionato di A2. Che tipo di stagione stai vivendo e che voto ti daresti per il rendimento offerto fino ad oggi?
«Sono abbastanza contento del mio rendimento, ma i voti li lascio a voi. Ho un po' sofferto per l'infortunio di Genova e nel mese successivo non ho avuto la consueta brillantezza. Era un problema puramente fisico, non riuscivo a saltare come avrei voluto e le mie percentuali in attacco ne hanno inevitabilmente risentito. Per fortuna dopo quel periodo di difficoltà ho ripreso a giocare secondo i miei standard. Io sono per natura un lottatore e non mi arrendo certo alla prima difficoltà. Cerco di dare sempre il massimo, ma naturalmente non in tutte le partite si può avere lo stesso rendimento. L'unica certezza è che il mio impegno è e sarà sempre massimale. Non bisogna mai sentirsi arrivati, guai se fosse così. Per far bene in questo sport ci si deve rimettere in gioco sempre con l'entusiasmo dei venti anni».
Sarà una Globo protagonista anche nella post-season?
«E' quanto ci auguriamo. Per questo lavoriamo in palestra con grande serietà. Il gruppo è composto da professionisti seri, giocatori validi ma prima ancora uomini di grandi qualità. Siamo tutti tesi verso lo sforzo finale. Cercheremo di prenderci almeno la semifinale, ma senza porre limiti alla Provvidenza».
Messaggio chiaro, il lottatore Libraro è pronto a dar battaglia.
Roberto Mercaldo